dal “Gazzettino” del 16 dicembre:
Il 20 luglio ho scritto una e-mail all’assessore regionale ai Trasporti Chisso segnalandogli alcune gravi carenze nella tutela dei diritti dei passeggeri veneti sulla rete Trenitalia, mostrano che ad esempio la Regione Toscana nel contratto di servizio ha stabilito rimborsi per inadempienze e livelli di servizio inadeguati. Vi copio la lettera alla quale non ho mai ricevuto risposta, per una pubblicazione: Oggi (20 luglio 2008) volevo recarmi da Padova a Treviso (inutile dirlo, non esitono treni diretti nei festivi, e nei feriali sono solo due) con il regionale delle 15.29 , soppresso a causa di uno sciopero. Ho chiesto all’assistenza alla clientela, come prevede la Carta dei Servizi, di poter salire sul treno successivo , un Eurostar city (ennesima trovata per aumentare il prezzo dei vecchi intercity) , senza pagare la maggiorazione di prezzo (per impiegare 2 minuti in meno, quel treno costa oltre il doppio di un regionale). Mi è stato risposto che non era possibile e che l’unica cosa che potevano fare era rimborsare il biglietto. Me ne sono tornato a casa. E’ grave che la regione Veneto, a differenza di quanto hanno fatto altre regioni (Toscana in testa), non preveda nel contratto di servizio con Trenitalia alcuni diritti che io considero scontati ma in questo Paese non lo sono, come per esempio in caso di ritardo o soppressione del treno la possibilità di prendere un treno di categoria superiore senza pagare alcun sovrapprezzo.
Non è possibile che solo i viaggiatori in possesso di biglietto Intercity, Eurostar o ESCI abbiano queste possibilità. Addirittura alcune regioni non prevedono nemmeno il balzello di 8 euro richiesto per cambio servizio, per fatto imputabile a Trenitalia. E la regione Veneto, oltre a rimborsare gli abbonamenti, cosa fa?
Inoltre, vorrei dare alcune altre informazioni. Il rimborso del biglietto in caso di ritardo: chi viaggia sui treni regionali, in caso di ritardo superiore a trenta minuti può richiedere un rimborso pari al 100 per cento del costo del biglietto nel caso debba rinunciare e non usufruire del viaggio e del 50 per cento del costo del biglietto nel caso usufruisca con ritardo o con mezzi integrativi del viaggio. Il rimborso può consistere nella restituzione diretta del denaro o nell’emissione di un buono’ valido per l’acquisto di altri biglietti. Per gli abbonati il rimborso sarà calcolato in maniera proporzionale rispetto alla tariffa dell’abbonamento stesso. Le modalità, in questo caso, saranno oggetto di un progetto che Trenitalia dovrà presentare alla Regione entro i prossimi tre mesi. Il rimborso dovrà essere effettuabile in tutte le biglietterie presenziate. Sui treni sempre affollati la prima classe non esiste più Se, nell’ambito di un servizio extraurbano si registra per almeno una settimana il costante sovraffollamento delle carrozze di seconda classe, il gestore del servizio (Trenitalia) provvede al declassamento delle carrozze di prima classe. Da allora in poi il treno sarà composto di sole carrozze di seconda classe: e questo potrà permettere agli utenti di utilizzare tutta la disponibilità di posti offerti sul treno allo stesso livello.
Vendita dei biglietti in treno: il viaggiatore che sale sul treno all’ultimo secondo e quindi non fa in tempo a recarsi alla biglietteria, può acquistare il biglietto sul treno, pagando un sovrappiù massimo di 5 euro. In Toscana ad esempio non si applica la misura varata su scala nazionale da Trenitalia, che prevede di far scattare automaticamente una multa a chi sale sul treno senza biglietto. Il regolamento toscano prevede questa misura solo per chi cerca volutamente di non pagare. Il regolamento quindi non vuol penalizzare i passeggeri dell’ultimo secondo che segnalano subito la loro presenza al personale, ma chi cerca indebitamente di farla franca.