“Ti amo Italia, ma presto ti saluterò di nuovo e un giorno spero di cambiarti”

dalla rubrica delle lettere del “Gazzettino”

http://www.gazzettino.it/lapostadeilettori/ti_amo_italia_ma_presto_ti_saluter_di_nuovo_e_un_giorno_spero_di_cambiarti/notizie/254826.shtml

Cara Italia,
ti scrivo dopo esser tornato dall’Erasmus. Olanda, 5 mesi. Poco dirai. Ryanair, 3 ore nel limbo, riguardo foto, qualche emozione forte. Inizio con la voglia di riviverti. Ritorno, circondato da una nebbia, non una qualunque ma quella di Milano Centrale, soffocante e impietosa a circondare i casermoni della periferia dove, secondo alcuni, vive gente che riceve esorbitanti sussidi statali per il solo merito d’essere immigrata. Evidentemente è tornata di moda l’edilizia modello stalinista. Ora dev’essere un privilegio vivere nel grigio.

Comunque, il mio stato d’animo non viene scalfito. Occhi diversi. Un’amica diversa. Trenitalia diversa… Ah, no. Casa. Il cambiamento è dentro di me. I progetti, le idee, i viaggi, la famiglia, la ragazza, ci provo con tutta la forza. Trovo lavoro, mi sento fortunato (fortunato…). Ci provo, ogni giorno, a seguire quell’onda rivoluzionaria. No, non quella di Ingroia. La rivoluzione che mi scatta dentro, quella che ogni giorno mi grida “Sii il cambiamento che vuoi per il mondo”. Ogni tanto la mando inesorabilmente a fanculo, ma continuo a seguirla perché penso che quella sia la strada. Riappacificare, aiutare, spiegare il mio punto di vista senza gridare e non dar nulla per scontato.

Finalmente ti sento dentro, Italia, nonostante o proprio per via delle eterne contraddizioni che ti porti appresso e che ogni giorno crei, ho imparato ad amarti. Eppure… Ci vuole coraggio per partire, dicono. Forse, ma quel che so di certo è che ce ne vuole molto di più per rimanere, se lo fai in maniera consapevole. E probabilmente potrei non rivolgermi a te, che stai leggendo queste righe, mio concittadino. Voltagabbana, Dolce & Gabbana, sinistra, destra, gente con ideali così forti da poterli cambiare overnight per una ricarica telefonica o per un posto da precario, banchieri, evasori che rubano per avere la seconda casa o la macchina con più optional, misantropi per convenienza, ignoranti.

Perché l’ignoranza la tollero, ma non in maniera indiscriminata. Seppur faccia male percepire questa guerra generazionale, capisco mia nonna, ma non tu che stai leggendo. Tu che hai accesso a un’informazione diversa e che, per quanto possa essere difficile trovare, hai quantomeno il diritto e dovere di cercare. Mi avete rotto il cazzo. Fossi un tipo violento, sicuramente sarei già in galera ora.

Invece, alla violenza fisica e verbale, continuo a preferire il confronto. Ma non riuscirò a stare qui per molto, ancora non sono riuscito a cambiare me stesso così tanto da farmi scivolare tutto addosso, pur combattendo ogni giorno. Io non ho la verità in tasca, ma non merito d’essere consumato ogni giorno da tutto questo. Ti amo, Italia, ma presto ti saluterò di nuovo. Spero non sia un addio, spero davvero di riuscire a cambiare me stesso così tanto da tornare e contribuire a cambiarti, un giorno.

Con affetto,
Un tuo cittadino (N.B.

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