Quelle ipotesi sbagliate degli anni ’70….

Prima di sapere quello che oggi sappiamo sull’autismo e sui disturbi dello sviluppo in generale , si riteneva che la maggior parte dei problemi comportamentali avesse origine da traumi infantili. Legittimo. In molti casi è vero. Inizialmente, quando conobbi Danny,  pensavo che nella sua infanzia dovesse aver subito qualche tipo di abuso e che fosse questa la ragione dei suoi comportamenti. Sapevo che era più affezionato a suo padre che a sua madre e che ogni sera suo padre gli accarezzava la schiena per farlo dormire;  questo è il genere di cose che fa immaginare l’inimmaginabile . Perché, diciamolo, è sempre questa la nostra prima reazione . no ? Siamo stati abituati a pensare che ci sia una causa sessuale o psicologica infantile per ogni cosa . E’ molto difficile accantonare le nostre convinzioni freudiane e considerare come prima possibilità un disturbo neurologico. Tuttavia, un mio amico psichiatra dice che, quando la causa è sconosciuta, la sua regola è cercare sempre una ragione fisica.
La nostra tendenza a considerare , come prima cosa, la psico-analisi è dimostrata dalla credenza, diffusa in passato, secondo cui i disturbi dello spettro autistico erano causati da “genitori frigorifero”, in particolare madri che allontanavano  i loro bambini rifiutandosi di stabilire con loro il contatto oculare, la teoria avanzata negli anni Settanta dallo screditato Bruno Bettelheim. E la tendenza a “incolpare” i profili psicologici delle persone con cui interagiamo, genitori e partner, è stata responsabile di alcuni gravi e quasi incredibili errori diagnostici, soprattutto negli anni dell’analisi freudiana , gli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, quando parlavamo incessantemente delle nostre sofferenze.

(dal libro “Attraente, originale…emotivamente pericoloso – Una storia d’amore con una persona con sindrome di Asperger di Barbara Jacobs, un libro davvero illuminante  e piacevole da leggere credo per chiunque.)

Il passato

Il passato, qualunque possa essere – che sia memorizzato nella mente o scritto su un qualsiasi supporto è ininfluente – riguarda aspetti accaduti, determinati e immutabili della Realtà , la sua storia, reale o presunta, capita o interpretata poco importa perchè è quella che si crede che sia , mentre il futuro è dinamico e possibilista e può cambiare nel divenire, accetta e produce variazioni nel corso della sequenza di presenti che portano all’attualizzazione di ogni causa futuro-presente in teso. E’ un divenire che rifiuta restrizioni o imposizioni nel come sarà il suo corso di eventi ma accetta obiettivi che si realizzeranno con modalità imprevedibili a priori. […]
Quando una persona vive un’esperienza infelice può cercare nel passato tutte le cause che vuole per tentare di dare a tale esperienza una giustificazione ma il punto è: dove sta portando quell’esperienza , verso che cosa ? A un miglioramento o a un ulteriore peggioramento della sua condizione ?

(dal libro Io scelgo io voglio io sono di Fabio Marchesi)